Il 20/06/2018 e il 21/06/2018 rimarranno per sempre lontani da qualsiasi altro giorno della mia vita. In questo lasso il tempo ha rallentato la sua morsa, permettendomi di vedere il più bel tramonto e la più bella alba della mia vita.
Valle del Dades…
Tutte le mattine, prima della partenza, Abdul (la nostra guida) è solita fare il Breefing per spiegarci le tappe della giornata e i luoghi di interesse. Rotolando verso sud, percorriamo la strada delle 1000 Kasbah attraversando la Valle Del Dades. Il Dades è un fiume importantissimo sulle quali rive si sviluppa la vita. Campi coltivati, villaggi e oasi costituite da palmeti. Ci fermiamo a vedere alcuni campi di rose lungo il percorso, peccato che siamo in giugno inoltrato e i boccioli che si vedono sono veramente pochi. Adiacente ai campi c’è una cooperativa gestita da alcune ragazze, dedite alla produzione di Acqua Di Rose. Una di queste ragazze mi è rimasta particolarmente impressa, difficilmente riuscirò a scordare il suo sorriso contagioso e pieno di positività. Davvero molto simpatica, una persona particolare, di quelle che anche se non hanno un braccio (come nel suo caso) non lo danno a vedere. Ci illustrano le proprietà benefiche dell’Acqua di Rose e compriamo una bottiglietta, una freschezza che non potete immaginare. Invece il sapore non è dei migliori. Salutiamo la ragazza dal bellissimo sorriso con dei baci affettuosi e ci rimettiamo in marcia.
Gole di Todra…
Il paesaggio diventa sempre più arido, a parte sulle sponde del Dades. La prossima destinazione sono le Gole di Todra. L’acqua nel corso dei tempi ha scavato e scolpito queste rocce creando un vero e proprio canyon, con dei punti che raggiungono i 200 m di altezza. All’interno delle gole, in prossimità dell’acqua c’è un’ esplosione di vita: pastori che portano a bere ovini e caprini, bambini che si divertono a giocare nell’acqua e signore che lavano i panni. Si avvicina un bambino ambulante che aveva intrecciato con le foglie di banane dei dromedari, gli lasciamo un po’ di soldi e ne prendiamo uno. L’acqua all’interno delle gole sgorga direttamente dalla roccia e deriva dall’Alto Atlante. Le Gole di Todra sono un paradiso per gli appassionati del climbing.
Sahara Desert…
Da questo momento in poi il viaggio cambia totalmente. Lo scandire incessante del tempo si rallenta è come se entrassimo in un luogo fuori dalle normali convenzioni. Fino ad ora abbiamo visitato il Marocco e le sue due popolazioni, i Marocchini e i Berberi. Adesso stiamo per uscire da qualsiasi nazione conosciuta per abbracciare il deserto del Sahara e la sua popolazione, i Tuareg. Anche se i veri Tuareg si trovano un po’ più addentrati nel cuore del Sahara.
Ormai è pomeriggio inoltrato, il battito del sole comincia a farsi più lieve ed ecco che fin dove l’occhio può guardare, cominciano ad ergersi queste montagne dorate. Le dune del deserto del Sahara…
Arrivati in uno dei Desert Camp dell’Erg Chebbi, ci attendono i proprietari del posto, tutti ragazzi, con un tea di benvenuto nella sala comune. Preso il tea ci accompagnano nella nostra tenda. Il campo è stupendo, le tende sono costruite interamente con dei bellissimi tappeti. Il tempo di posare le valigie e subito ci attendono i ragazzi tuareg con i dromedari per andare a fare l’escursione nel deserto, direzione tramonto… indosso il mio super Teguelsmut e saliamo sopra i dromedari, animali molto mansueti, addomesticati a dovere dalla gente del posto per far questo tipo di escursioni.
Lungo il tragitto tra le dune comincio a respirare profondamente, distendo le braccia e allungo le dita delle mani come se volessi stringere qualcosa. Finalmente abbraccio e mi immergo nello spettacolo che mi circonda.
Sunset…
Con i dromedari facciamo un percorso di circa 20 minuti, ci fermiamo a ridosso di una duna molto alta e continuiamo a piedi fino alla cima. Io ed Alessandra ci allontaniamo ancora andando su un’altra duna per stare completamente da soli, una volta seduti comincia lo spettacolo…
La bellissima sabbia sulla quale siamo seduti e distesi è comodissima, le luci del tramonto abbinate al rosso del Sahara creano delle sfumature che trasmettono un profondo senso di quiete. I pensieri nel deserto cominciano a svanire dalla mente, il silenzio che percepisco è estremamente bello per poterlo interrompere con stupidi dialoghi interni. In questi momenti di intima contemplazione, finalmente gli occhi dal semplice guardare incominciano a vedere… Rimaniamo incantati da questo spettacolo della natura fin quando il sole cala interamente oltre la linea dell’orizzonte e lascia spazio al crepuscolo.
I ragazzi Tuareg ci invitano a tornare nel campo per la cena. Sono davvero molto simpatici e sorridenti si crea una bellissima armonia. Arrivati al campo, cala la sera sul deserto e cominciano a vedersi le prime stelle. Ci dirigiamo nella sala comune per rifocillarci, la cena più buona di tutto il viaggio dove non poteva mancare il Tajine di pollo, ripeto il più buono che abbia mai assaggiato. A fine cena, un grandissimo tagliere di frutta con anguria e melone giallo, cosi gustosi non li avevo mai assaggiati.
Starry night…
Ormai è calato il buio sul deserto, facciamo amicizia con due ragazzi Tuareg giovanissimi che lavorano nel campo. Gli diciamo di voler andare a vedere le stelle sulle dune, detto fatto. Cominciano a prendere tappeti e cuscini, ci incamminiamo e andiamo sulle dune a circa 200 metri dal campo dove allestiscono un piccolo bivacco. I ragazzi rimangono con noi a parlare per circa un’ora, entriamo abbastanza in confidenza e cominciano a spiegarci molte delle loro usanze. Per loro le più grandi risorse sono: i turisti e i dromedari.
Rimaniamo molto colpiti dal loro modo gentile, dalla calma e dalla tranquillità che hanno nei modi di fare. Dai loro sorrisi e genuina cordialità. Posso affermare con estrema certezza che gli abitanti del Sahara siano il popolo più pacifico e accogliente che io abbia mai incontrato. I ragazzi ci lasciano da soli e finalmente prestiamo maggiore attenzione a quello che abbiamo sopra la testa.
Un altro spettacolo tutto da assaporare, l’universo per così com’è. Infinito. Una miriade di luci si perdono in quella volta e per poco riesci a sentire di far parte di tutto quel disegno e di quelle energie che ti circondano.
Veggo dall’alto fiammeggiar le stelle,
Cui di lontan fa specchio
Il mare, e tutto di scintille in giro
Per lo vòto Seren brillar il mondo.
E poi che gli occhi a quelle luci appunto,
Ch’a lor sembrano un punto,
E sono immense, in guisa
Che un punto a petto a lor son terra e mare
Veracemente; a cui
L’uomo non pur, ma questo
Globo ove l’uomo è nulla,
Sconosciuto è del tutto; e quando miro
Quegli ancor più senz’alcun fin remoti
Nodi quasi di stelle,
Ch’a noi paion qual nebbia, a cui non l’uomo
E non la terra sol, ma tutte in uno,
Del numero infinite e della mole,
Con l’aureo sole insiem, le nostre stelle
O sono ignote, o così paion come
Essi alla terra, un punto
Di luce nebulosa; al pensier mio
Che sembri allora, o prole
Dell’uomo?
“La Ginestra, Giacomo Lepoardi”
E nel mirare la nostra galassia ci addormentiamo nell’ignoto deserto, cullati dal cosmo e dal brillar delle stelle…
Sunrise…
Ci svegliamo verso le 04:00 del mattino, lo spettacolo del cielo è ancora maggiore dato il minor chiarore della luna, ormai assente. Rimaniamo un’altra ora nel nostro bivacco sulle dune e con il beneficiare del crepuscolo mattutino ci mettiamo in cammino per addentrarci nel deserto. Camminiamo per circa 45 minuti fino a quando tra una duna e un’altra ne scorgiamo una veramente alta. Decidiamo di scalarla e di adagiarci sulla sua cresta. Una volta seduti, a poco a poco la notta cede la scena al giorno.
Non pensavo di trovarmi davanti ad uno scenario simile quando ormai la luce recitava il mattino. Noi dispersi nel deserto fra tutto quel rossore delle dune, da est una sfera di luce che sorge, una palla di fuoco che emana una quantità di energia mai vista prima. Posso affermare che in 29 anni (e di albe ne ho viste molte) è la prima volta che vedo il sole! Solitamente a me piacciono più i tramonti ma assistere a quell’alba è stato qualcosa di inspiegabile, qualcosa che quando ci pensi intensamente ti fa male la pancia, sicuramente lo spettacolo più bello al quale io abbia mai assistito in tutta la mia vita (spero ce ne siano degli altri che possano superarlo). Rimaniamo per molto tempo a contemplare quel sole che sale per assaporarne tutta la bellezza, per creare uno di quei momenti indelebili, uno di quei ricordi che difficilmente possono scappare, una di quelle sensazioni che ti ricordano che siamo fatti di vita. E con gli occhi pieni di vita decidiamo di tornare al campo e scendiamo dalla duna nel modo più diverte possibile, correndo e rotolando insabbiandoci tutti.
Al nostro rientro (08:30/09:00) il campo si è da poco svegliato. Ci facciamo una doccia e andiamo nella sala comune per la colazione, dove ci aspettano i nostri amici Tuareg per mangiare tutti insieme. Ci chiama la guida per il solito Breefing mattutino spiegandoci i vari tipi di deserti non glaciali che ci sono: l’Hammada, il deserto costituito da pietre e ciottoli, un deserto roccioso. Il Serir o Reg, un deserto formato da materiale ghiaioso e sabbioso. Infine abbiamo l’Erg, il deserto che abbiamo tutti nella mente quello con le dune di sabbia.
Io non voglio continuare il tour del Marocco, mi voglio fermare nel deserto, nel Sahara, Insieme ai Tuareg, a godermi la completa e totale pace dei sensi.
Intanto si comincia ad alzare un vento fortissimo che ti sputa in faccia e negli occhi la sabbia senza darti tregua. Il deserto ci ha accolto pacificamente e ci saluta facendoci capire che può diventare molto pericoloso. Tutti i ragazzi che gestiscono il campo vengono a salutarci calorosamente e ci rimettiamo in marcia, direzione Zagora.
Nel deserto abbiamo vissuto veramente degli attimi d’intensa magia:
“il mio corpo è materialmente qui, ma la mia anima vola per sempre tra le sabbie del deserto…”