Cammino del Salento la Via del Mare
Il cammino del Salento la Via del Mare è un percorso di 115 km che attraversa uno dei luoghi più affascinanti d’Italia. Il viaggio parte da Lecce e finisce a Santa Maria di Leuca.

La Prima Tappa del cammino Lecce – San Foca (25,00 km) inizia da Porta Napoli, un arco che simboleggia uno degli accessi nel centro storico di Lecce.

Abbiamo preso il Passaporto prima dell’inizio del cammino che ci arriva con il primo timbro.
Camminiamo nel bellissimo centro storico di Lecce e ammiriamo il barocco leccese per poi, attraverso Via Merine, uscire dalla città fino ad Arrivare a Merine.
Da Merine, tra oliveti e campagne, raggiungiamo il bellissimo borgo di Acaya con il suo castello. Una città fortificata frazione del comune di Vernole.

Da Acaya entriamo nella Riserva Naturale Le Cesine e cominciamo a sentire, lievemente, l’odore del mare.
Il sentore di mare comincia a crescere gradualmente fino a giungere, finalmente, sulla costa e miriamo l’Adriatico dal Lido Le Cesine.

Da adesso il Mare diventa il vero protagonista di questo cammino, uno dei migliori compagni di viaggio che si possa avere.
Continuiamo a camminare sulla costa fino ad arrivare a San Foca.
La Seconda Tappa del cammino San Foca – Otranto (24,60 km) è una tra le più belle in assoluto.
Raggiungiamo Roca, ammiriamo la Torre di Maradico, ed entriamo nel Parco Archeologico di Roca Vecchia. Qui ci attende una delle più belle sorprese del cammino: La Grotta della Poesia.

Una leggenda di femminile bellezza circonda questa grotta con un alone di poesia. Il mare m’appare da questa cavità nella terra, par che sia racchiuso in uno scrigno. Scendo fino a bagnarmi con le onde di questo antro e mi sembra di essere sott’acqua. Ipnotico il riflesso di queste acque che si rispecchiano sulle pareti rocciose, increspature di luce, e di quel suono di mare che mi porta lontano, lontano, lontano…
Ci rimettiamo in marcia e arriviamo a Torre dell’Orso, superiamo la cittadina e un bellissimo sentiero costiero ci fa scoprire Le Due Sorelle, circondate dalla leggenda.
Caletta dopo caletta ci ritroviamo su uno degli scenari di mare più belli che abbiamo mai visto, i Faraglioni di Sant’Andrea.

Par che lo scintillio di questo mare vibra intensamente di un fulgido azzurro. Battenti le onde si rompono al cospetto di pilastri di roccia che si ergono sopra luccicanti acque, modellandone le forme.
Proseguiamo, camminando, su bellissime e lunghe spiagge per arrivare alla Baia dei Turchi. In questo tratto il percorso entra in una macchia mediterranea e poi prosegue su strade di campagna fino ad Otranto.

Non ci fermiamo ma continuiamo a camminare per arrivare alla famosa Cava di Bauxite. Nel corso degli anni questa cava si è trasformata in un piccolo lago verde smeraldo circondata da un rosso Marziano.

Torniamo ad Otranto e ci godiamo le bellezze di questa cittadina, un vero gioiello del Salento.

La Terza Tappa del Cammino Otranto – Santa Cesarea Terme (22,60 km) è qualcosa che rimane nel cuore.
Ci mettiamo in marcia alle 04:00 del mattino perché abbiamo deciso di andare a vedere l’alba da Punta Palascìa o Capo d’Otranto, il punto più a est d’Italia.
Per le 05:45 siamo in prossimità del Faro di Punta Palascìa. Ci sediamo per mirare una delle albe più belle della nostra vita.

Di un’alba che crepuscolo preannuciava, camminando e ballando, io sognavo nel cuore. Nel punto più a est d’Italia mi sedetti per mirare un anelito di un effluvio baluginante e come pensier lo sciabordare del mare. Di quel rumore che onda frange, di quello scroscio che acqua produce allo spezzare della terra. Lu rusciu te lu mare è troppu forte, troppu forte, così forte che quasi il mio pensier s’annega per poi respirare…
Con gli occhi che scintillano di beatitudine continuiamo a camminare su sentieri costieri tra odori di mare e primavera.
Arriviamo a Torre Sant’ Emiliano, importante punto di controllo di queste terre anticamente depredate dai turchi.

Dopo qualche chilometro raggiungiamo Porto Badisco, il primo approdo di Enea, e ritocchiamo nuovamente il mare.

L’ultimo tratto di questa tappa si snoda tra strade di campagna e da Porto Badisco arriviamo a Santa Cesarea Terme.
La Quarta Tappa del Cammino Santa Cesarea Terme – Marina Serra (24,00 km) percorre alcune delle calette più belle del Salento.

Andiamo a vedere l’alba da Torre Miggiano e subito dopo scendiamo “100 gradini” per mirare la bellezza della Spiaggia di Porto Miggiano.

Procediamo fino al paese di Castro, scendiamo a Castro Marina e un bellissimo sentiero sulla scogliera ci accompagna fino a raggiungere la Cala dell’Acquaviva.

Una caletta segreta dai colori sgargianti e dalle acque danzanti m’appare all’improvviso. Contrasti di azzurro e di verde sono un richiamo troppo forte. Mi abbandono a questo tratto di mare lasciandomi trasportare, per qualche attimo, dalle correnti.
Dopo il bagno rigenerante, il primo della stagione, il cammino continua per arrivare a Tricase e da questi a Marina di Serra con le sue famosissime Piscine Naturali.

La Quinta Tappa del Cammino Marina di Serra – Santa Maria di Leuca (22,30 km) è l’ultima di questo percorso stupendo.
Ci svegliamo prestissimo e andiamo direttamente a Marina di Novaglie per goderci l’ultima alba di questo Cammino del Salento, scelta molto saggia.

Il sole ci appare di là dal mare e montagne, sono i Monti Acrocerauni che si stagliano all’orizzonte. Un vento di balcani ci travolge e di quell’Albania che quasi possiamo toccare. Una levata di luce tra due terre così vicine, a dividerle il mare…
Da Marina di Novaglie prendiamo il bellissimo Sentiero delle Cipolliane, famoso per le sue grotte, che collega Marina all’insenatura del Ciolo.
Il ponte del Ciolo è alto circa 40 m, scendiamo le scalinate e ci godiamo per qualche minuto questo mare incastonato tra due speroni rocciosi.

Dal Ciolo risaliamo e raggiungiamo Gagliano del Capo e attraverso strade di campagna l’Erma Antica.
L’Erma Antica e il “Rito delle pietre” che cosa affascinante da fare. Io presi la mia pietra alla Torre di Sant’Emiliano, dopo Punta Palascìa e l’ho portata in tasca tutto il tempo. E adesso la lascio a questa Erma Antica come atto di preghiera per raggiungere una sorta di purificazione.
Adesso siamo veramente vicini alla fine di questa tappa, raggiungiamo la cascata monumentale di Santa Maria di Leuca con i suoi 284 gradini.
Ed eccoci arrivare al Santuario de Finibus Terrae…

Un cammino zingaresco e pizzicato. Il mio passo, a suon di taranta, ha attraversato questi luoghi così legati ad antichi culti e tradizioni popolari. Tra mari, albe e odor di Pittosporo, che annuncia la primavera, ho contemplato questo cammino come un’ode, una poesia o un canto. E adesso che arrivo al Finibus Terrae, e terra non posso più camminare, il mio sogno vola alto, di là dai confini del mare, per cercare nuovi orizzonti e nuovi viaggi da scoprire. Che lu tabureddu de lu me core possa sempre vibrare di energia danzante…

Ritiriamo le pergamene e ci scoliamo qualche birra, la bevanda dei cammini. E come per magia da Santa Maria di Leuca è possibile vedere i tramonti…
Andiamo a Punta Ristola e ci godiamo il primo tramonto di questo cammino…

Come celebrazione, di un cammino che rasenta la perfezione, quest’imbrunire al cospetto di due mari che s’incontrano. L’infinito abbraccio tra Ionio e Adriatico a Mediterraneo creare…
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Per maggiori informazioni vi rimando direttamente al sito ufficiale: https://www.camminodelsalento.it/cammino-del-salento-via-del-mare/